Tempo di tradizioni
Gli stianconi fanno parte della tradizione contadina montanara. Sono un piatto povero, e raccontano la semplicità del territorio: fanno rivivere i sapori antichi, abbinandosi solo a condimenti semplici e di chiara espressione agromontana. Uno di questi è l’aieda, ovvero l’agliata, un condimento a base di aglio, diventano un piatto che racconta della nostra cultura locale.
Nel dialetto montanaro la pronuncia è tale che la vocale iniziale è piuttosto unita all’articolo che la precede, quindi, l’aieda.
Gli stianconi con L'aieda o l'agliaccio
Gli stianconi sono pezzi di sfoglia un po' spessa, spezzata a mano, per dare ad ogni pezzo una forma irregolare. Il loro nome deriva infatti dal dialetto "Stianchér" - strappare. Tipici dell’Appennino gli stianconi erano una minestra da poveri perché si preparavano con due ingredienti – farina e uova – comuni anche nelle tavole degli umili montanari. Prendono il nome dal modo in cui venivano preparati. Le zdaure preparavano la pasta all’uovo e la tiravano a mattarello. Quando la sfoglia era omogenea ma non troppo sottile la arrotolavano attorno al mattarello e si avvicinavano al paiolo sul fuoco scoppiettante dentro il camino. Tenendo il mattarello sospeso sul paiolo, rompevano la sfoglia e ricavavano tanti pezzi irregolari simili a stracci (strazon) che andavano a finire direttamente nell’acqua salata bollente.
Le virtù dell'aglio
Sono ormai note le virtù dell’aglio, fa bene al cuore, schiarisce il sangue e facilita le prestazioni amorose.
Attorno all'aglio troviamo anche tante leggende. Pensate che il nome “allium” si collega a un antico vocabolo celtico “all” che indicava “uccisore di mostri” a conferma del fatto che il vegetale veniva usato per allontanare gli spiriti maligni, i vampiri e le streghe.
La ricetta di nonna Enrica
Ingredienti per gli stianconi di segale con l'aieda:
3 uova medie
130 g. farina di grano tenero 00
150 g. di farina di segale
Aglio
Noci
Procedimento
Preparare la sfoglia con le uova e la farina di grano tenero e di segale. Una volta resa omogenea, ma non troppo sottile spezzataela a mano, per dare ad ogni pezzo una forma irregolare. Il loro nome deriva infatti dal dialetto "Stianchér" - strappare. Una volta cotte le si condiscono affogandole con abbondante pesto in precedenza preparato. Pesto di noci e aglio preparato a mortaio, ben amalgamato e denso se pur cremoso grazie all’aggiunta dell’acqua di cottura.
Avete preparato l'aieda? Mandateci le vostre foto!
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